«La macchina tecnologicamente più efficiente che l’uomo abbia mai inventato è il libro».
(Northrop Frye)
Libri e scritti vari
La città e la notte - Il thriller metropolitano
di Michael Mann (2014)​
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Cosa spinge un regista come Michael Mann a portare – sul grande schermo – storie di uomini (e di donne) che vivono e si muovono nelle grandi metropoli statunitensi? Non è certo un semplice gusto estetico/stilistico che ha indicato tale scelta al cineasta di Chicago. No, c’è di più. Nel mettere in scena storie di criminalità, di dolore e disperazione, nel mostrare figure di spietati rapinatori e di poliziotti ligi al dovere, Mann esplica quella che, dopo oltre quarant’anni di attività sul set, è la sua personalissima, più intima filosofia di vita: l’uomo fa parte della città, è un “pezzo” di essa. E da essa prende le mosse, prende forma il destino – (in)evitabile – di ogni singolo uomo. Ecco perché nei suoi film (a partire da Strade violente, Manhunter – Frammenti di un omicidio, Heat – La sfida, fino ad arrivare a Collateral, Miami Vice e Nemico pubblico) il rapporto uomo-città riveste un ruolo di rilievo: anche noi, così come i personaggi manniani, viviamo ogni giorno la realtà di un contesto urbano, il quale porta ad incontri (o scontri) con il prossimo. Obiettivo del presente saggio è quello di mettere in luce, di mostrare al lettore (che sia cinefilo o meno) come Michael Mann sia riuscito – attraverso una visione quasi antropologica – a dare vita a svariate riflessioni sull’uomo e sul di lui destino legato inesorabilmente alla metropoli in cui vive. Tutto questo è rintracciabile nel genere cinematografico del thriller metropolitano tanto caro a Mann. Genere nel quale convergono, si incontrano (e si fondono) stili e figure della migliore filmografia hollywoodiana classica (e non solo) e immaginari più vicini a noi, il tutto sotto l’occhio attento di uno dei grandi registi del presente. Perché La città e la notte non è soltanto un libro sul cinema di Michael Mann ma è – allo stesso momento – un excursus, un’indagine che analizza come dagli anni ’50 sino alla New Hollywood (per poi arrivare alle forme cinematografiche odierne), il cinema si sia “evoluto” e autori come Mann abbiano contribuito a tale sviluppo della Settima arte.
Proiettili eroici - L'heroic bloodshed di John Woo (2017)
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Il libro di Francesco Grano racconta, ripercorre e rivisita criticamente l’abbagliante filmografia di un innovativo cineasta contemporaneo che ha (re)inventato le coordinate del cinema di genere, dando vita a un filone definito dalla critica anglosassone Heroic Bloodshed (eroico spargimento di sangue). Un autoritratto denso e aggiornato che ricostruisce il sentire di un rigoroso e appassionato esteta. Un maestro indiscusso del cinema asiatico-hollywoodiano, capace di trasformare l’essenza di ciò che ci circonda in una visione violenta ma anche terribilmente umana, crivellata da raffiche di proiettili eroici e da forti valori morali.
Appunti di cinema - Primo ciak (2018)
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Appunti di cinema è il primo volume di CineVita, collana dedicata al grande schermo. Un libro cinefilo, agile e intenso, articolato in due accattivanti e motivanti tomi, scritto a più voci da appassionati che vivono e indagano la settima arte in ogni sua diramazione. Un percorso di memorie, visioni filmiche, empatie cinematografiche, approfondimenti e riflessioni che, attraverso singoli saggi dedicati, fornisce una panoramica su capolavori o film di culto, entrati di diritto in tutte le storie del cinema, come Brazil, Hannah e le sue sorelle, C’era una volta in America, Mondo cane, La storia infinita, La grande abbuffata, Io e Annie e altri titoli ancora. Cosa si può volere di più?
Denis Villeneuve - La verità oltre lo sguardo (2020)
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Sapersi muovere agilmente tra due modi di fare cinema, quello autoriale decisamente indie e quello mainstream più coevo all’entertainment blockbuster, è la capacità di Denis Villeneuve, regista canadese apprezzato per film come La donna che canta, Prisoners e Sicario. Così Villeneuve ha reso ben riconoscibile il suo touch, un filo rosso che collega tutte le sue opere: la ricerca della verità che prende forma, si plasma attraverso una triangolazione visiva che avviene quando sguardo del regista, obiettivo della macchina da presa e occhi dello spettatore si sovrappongono.
Nel silenzio c'è il suono della vita
Prefazione di Nel silenzio (2020)
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Un angolo di una stanza abbandonata o la decadente fermata di un pullman. Non è conseguenza di una corrente della fotografia contemporanea che influenza il nostro modo di fotografare ma è una narrazione scaturita da un percorso profondo di conoscenza e di ascolto dei propri bisogni. Un invito alla riflessione dunque sul valore del luogo, dello spazio e del linguaggio della natura fino a raggiungere un punto dove noi tutti ci chiudiamo nel nostro silenzio e iniziamo, aiutati dall'estetica non perfetta delle immagini, una riflessione spirituale. Riportiamo dal nostro passato ricordi profondi per tornare a fidarci di noi stessi e aprendo lo spazio interiore a un mondo nuovo, ai suoi paesaggi e alla bellezza infinita della natura, dando così vita alla fotografia.
Film/Ibridi
Prefazione di Il cinema dei fratelli Nolan (2020)
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Un'analisi critica, un viaggio esplorativo nell'universo di Christopher e Jonathan Nolan, i due cineasti più innovativi in grado di rivisitare i temi e le caratteristiche propri di alcuni i generi, come fatto in Inception, Interstellar e nella serie TV Westworld. Una riproposizione anticonvenzionale dei due autori inglesi che vede gli archetipi principali della fantascienza protagonisti di una sperimentazione cinematografica senza precedenti in grado di dimostrare che i generi non costituiscono un qualcosa di codificato ma, piuttosto, un mezzo attraverso cui riscrivere le regole della narrazione filmica.
Gatti letterari
Postfazione di La vendetta - Una favola nera (2021)
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Guiscardo è ancora un gattino quando la Baronessa lo accoglie come animale domestico nella sua dimora. Crescendo, il felino diventa protagonista delle più svariate avventure a quattro zampe rendendosi, al tempo stesso, un fedele compagno per la sua padrona. Ma sinistre trame aleggiano in casa: difatti, Guiscardo diventa il testimone, silente, di un delitto. Un fatto, questo, che lo porta a escogitare la sua vendetta.
Per un cinema delle pulsioni
Prefazione di Eros e Thanatos nel cinema contemporaneo (2021)
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Eros e Thanatos nel cinema contemporaneo: Polanski, von Trier e Sion Sono è una ricerca filosofica e psicoanalitica sulle pulsioni fondamentali umane, “eros” e “thanatos”, opposte e coesistenti, attraverso la filmografia dei tre autori. L’indagine su “eros” e “thanatos” costituisce un percorso all’interno della dimensione inconscia, della virtualità dell’essere umano e del reale. Se “Venere in Pelliccia” restituisce una pulsione latente e virtuale, in un universo circoscritto dallo spazio-tempo alterato, “Nymphomaniac” esplicita le pulsioni realizzandole nella loro violenta attualizzazione, all’interno della società contemporanea consumistica, al fine di sopperire la virtualità della mancanza. Nei film analizzati avviene una continua attualizzazione e virtualizzazione dell’energia potenziale del personaggio, nel cristallo di tempo opaco della pulsione di morte e nel cristallo limpido della pulsione di vita. Da questo punto di vista, come si può osservare nel cinema di Sion Sono, e come sosteneva Freud, la pulsione di vita e la pulsione di morte sono le forze latenti di una medesima energia vitale.
Un’iconografia di riferimento
Postfazione di La forma dell'attore (2021)
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Che cosa hanno in comune Brad Pitt e Tom Cruise? Clint Eastwood e James Gandolfini? Elementi maggiori del cinema narrativo contemporaneo, prediligono la forma generale del corpo all’espressività dei gesti. Sullo schermo disegnano una silhouette che non si articola, un profilo familiare che guardiamo dall’esterno e che si apre a una proposizione estetica: quella di una figura nell’immagine. Il Torso del Belvedere per Brad Pitt, Filippide l’emerodromo per Tom Cruise, il Balzac di Rodin per James Gandolfini, l’Homme qui marche per Clint Eastwood. A partire da figure artistiche classiche, si stabiliscono termini di paragone figurativi in grado di esprimere valutazioni e interpretazioni sulle loro performance. Un partito preso critico che interroga le lunghe filmografie delle star considerate e apre un nuovo spazio di ragionamento sull’attore come (s)oggetto primario del cinema.
Sull'amore e le sue peregrinazioni
Prefazione di Scrivi di noi (del dubbio, del culo e del desiderio) (2022)
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È un percorso a ritroso, quello di Al. Un revival della sua costante ricerca della perfezione, del completamento del singolo essere mediante l’altro da sé. Un affannoso viaggio picaresco tra amori solo accennati e altri più profondi, durante i quali il sentimento stesso è destinato a un addio ancor prima di svilupparsi. Perché l’amore, in fondo, non è il mero riempimento della solitudine, bensì è il mezzo per scoprire l’inedito dentro di sé, per fondere il maschile con il femminile in un unicum e, così, poter attuare il cambiamento capace di rendere l’essere altro da sé, di portarlo altrove per mostrargli orizzonti che fino a quel momento erano celati dal velo dell’Io.
Il due che diventa uno (e viceversa)
Prefazione di Maria Salomè. Storia di amori e di follie
(2024)
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È una storia d’amore e di follia quella che lega, vorticosamente, Roberto Lafenice e Flavia Malinverni, due satelliti che si orbitano intorno reciprocamente e che, nonostante i continui addii, finiscono sempre con il ritrovarsi per poter, così, coronare un amore a lungo inseguito e taciuto. Ma nel momento in cui, questo sentimento, sembra poter finalmente attestarsi con tutta la sua dirompente forza generatrice di altre vite, il destino o più semplicemente l’in(volontaria) volontà degli esseri viventi stravolge l’esistenza di Roberto che, da quel momento, sogna di realizzare un folle desiderio: quello di generare un altro essere da sé senza l’ausilio dell’altro da sé.